CORRISPONDENTE DA CATANIA. Sul barchini erano in undici, dall’Algeria avrebbero dovuto raggiungere la Sardegna con una traversata non troppo difficoltosa. Il loro viaggio si è trasformato nell’ennesima tragedia della disperazione: ieri sera per sei di loro è arrivata la salvezza grazie a una motovedetta della Guardia costiera che li ha soccorsi al largo di Mazara del Vallo, nel Trapanese. Ma altri cinque non ce l’hanno fatta, morti di stenti, i loro corpi gettati in mare dai compagni di viaggio per evitare ulteriori problemi sanitari a bordo.

Dieci giorni è durata la traversata; la piccola barca faceva parte di un gruppo di tre imbarcazioni partite contemporaneamente dall’Algeria lo scorso 9 ottobre: due hanno raggiunto la Sardegna giorni fa; per questa, invece, è cominciata l’odissea e la disperata, continua richiesta di soccorso fatta dagli occupanti ai loro parenti in Europa che, a loro volta, hanno avvertito Alarm Phone, il «centralino dei migranti», il quale ha reso noto il naufragio mercoledì 14. Segnalazioni sono state fatte anche direttamente alla Guardia costiera italiana, come reso noto dalla stessa istituzione ieri sera, e i parenti a terra hanno fornito i numeri di telefono di chi era a bordo. E’ seguita una lunga attesa, con i dati sui movimenti della barca aggiornati grazie ai telefoni che i migranti avevano con loro, accesi di volta in volta solo lo stretto necessario per conservare la batteria, ma senza che qualcuno intervenisse.

Secondo quanto comunicato in nottata dalla Guardia costiera, ieri finalmente è stata possibile una migliore localizzazione della barca, molto distante da dove avrebbe dovuto trovarsi, e l’avvio delle operazioni di soccorso con mezzi delle forze armate italiane e anche di Frontex. Un aereo dell’Aeronautica ha avvistato il barchino nel tardo pomeriggio e ha informato la Guardia costiera di Palermo che ha fatto partire una motovedetta da Mazara del Vallo: il barchino era ad appena 8 miglia dal porto e dalla salvezza, ma ad una distanza enorme dal suo luogo di partenza e anche dalla rotta che avrebbe dovuto fare. La motovedetta ha preso a bordo i 6 naufraghi e ha finalmente fatto rotta per la Sicilia, per la terraferma. I sei erano finalmente salvi: dieci giorni dopo la loro partenza dall’Algeria, e dopo aver perso in mare 5 compagni di viaggio.        

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