C'erano anche molti bambini piccoli tra i circa 200 migranti intercettati ieri in mare dalle motovedette della Guardia costiera libica e riportati a Tripoli. Ad assistere ai respingimenti dall'alto anche l'aereo Moonbird della Ong Sea Watch, arrivata ieri in zona Sar, che aveva avvistato tre imbarcazioni in difficoltà poi soccorse dai libici che hanno preso a bordo i migranti riportandoli indietro.
"La scorsa notte - dice Federico Soda, inviato dell'Oim in Libia - il nostro staff era al punto di sbarco a Tripoli per provvedere all'assistenza in emergenza di 185 persone riportate indietro dalla guardia costiera. Noi continuiamo a dire che la Libia non è un porto sicuro. Soluzioni alternative devono essere trovate".
"C'è una capacità di ricerca e soccorso nel Mediterraneo molto molto piccola - è la denuncia dell'inviato Oim - è estremamente pericoloso che le partenze da Libia e Tunisia continuino in queste condizioni".
L'allarme dell'Oim
A terra, ad assistere allo sbarco a Tripoli, come sempre gli inviati dell'Oim, l'agenzia internazionale delle migrazioni che continua a lanciare l'allarme sulle condizioni e sui rischi a cui sono soggette le persone riportate in Libia."La scorsa notte - dice Federico Soda, inviato dell'Oim in Libia - il nostro staff era al punto di sbarco a Tripoli per provvedere all'assistenza in emergenza di 185 persone riportate indietro dalla guardia costiera. Noi continuiamo a dire che la Libia non è un porto sicuro. Soluzioni alternative devono essere trovate".
Ancora morti in mare
Soda ha poi confermato la notizia secondo cui almeno 22 migranti sono morti ieri nel naufragio della loro imbarcazione davanti alle coste tunisine."C'è una capacità di ricerca e soccorso nel Mediterraneo molto molto piccola - è la denuncia dell'inviato Oim - è estremamente pericoloso che le partenze da Libia e Tunisia continuino in queste condizioni".